mercoledì 17 ottobre 2012

Difendiamo la Scuola!

Il mio appello è rivolto a tutti, non solo agli insegnanti ma a tutti i cittadini che sono soprattutto padri e madri dei nostri studenti.
Di solito cerco di rendermi impermeabile rispetto a ciò che non posso modificare o che credo di non poter modificare. Nel corso della mia carriera, ho attraversato fasi diverse; all'inizio ero del tutto impreparata alla complessità dell'argomento Scuola, pensavo solo che volevo fare l'insegnante, che ce l'avrei fatta a qualunque costo, poco importava che vivessi in una regione, la Liguria, dove c'erano più docenti che studenti, sarei andata ovunque, avrei setacciato l'Italia alla ricerca di una scuola dove ci fosse un posto per me, io dovevo realizzare il mio sogno.
 Uscita dal mondo dorato dell'università, dove ad ogni causa corrispondeva un effetto (studiavo e prendevo trenta, funzionava così), ero fiduciosa che i miei sacrifici avrebbero avuto un riscontro, bastava avere pazienza...e di pazienza ne ho avuta, il concorso è stato bandito dieci anni dopo la laurea, e poi un'ulteriore attesa di quattro anni per entrare in ruolo.
In quegli anni di precariato la Scuola di bastonate ne ha prese tante, a seconda della violenza del colpo inferto, ho partecipato agli scioperi indetti oppure ho pensato che non fosse il caso. Ero comunque fiduciosa che le nostre ragioni venissero ascoltate, perchè il destino della Scuola stava a cuore a tutti, indipendentemente dalle ideologie politiche, doveva essere così. Questo pensavo.
Poi sono piombata in un periodo in cui mi sono convinta che gli scioperi non servissero a niente se non, allo stato, per incamerare un bel mucchietto di soldi; così ho allentato la presa, cullandomi in un fatalismo che qualcuno potrebbe chiamare vigliaccheria o peggio ancora.
La notizia di questi giorni però mi ha dato una scossa, portare le ore di lavoro degli insegnanti da diciotto a ventiquattro, accampando ragioni lontane da ogni logica, risponde ad un'unica finalità, presenta un unico punto forte (seconda la logica del profitto!), risparmiare denaro...tutto il resto volge evidentemente a sfavore della qualità dell'istruzione. Gli studenti non godranno di alcun beneficio a seguito delle mie sei ore di lavoro in più; non offrirò loro un numero maggiore di ore, avrò semplicemente un maggior numer numero di classi. Posso ricavarne una sola considerazione: la qualità del mio lavoro sarà meno soddisfacente.
Non regge neppure l'idea di scoraggiare i 'fannulloni' ad intraprendere questa professione nè, tantomeno, ad abbandonarla: chi batteva la fiacca durante le sue diciotto ore, continuerà beatamente a farlo nelle ipotetiche ventiquattro!
E' per queste ragioni che l'appello a difendere la Scuola è rivolto a tutti! Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, insegnanti e non.

Ho preferito non affrontare, in questa sede, altri punti deboli della proposta 'idecente', quali la sciabolata che si abbatterebbe sui precari qualora entrasse in vigore (credo di non sbagliare, affermando che per loro sarebbe assai improbabile lavorare) e l'inutilità dell'imminente concorso, a fronte della drastica riduzione di cattedre.

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