venerdì 16 dicembre 2011

Libertà d'espressione e contesti

Sono convinta che ciascuno debba essere libero di abbigliarsi come meglio crede. Ma allo stesso tempo ritengo che ciascuno di noi debba adattare la propria libertà di espressione di sé al contesto in cui si trova ad agire.
"Sono uscita da scuola verso le 17, dopo un consiglio d'istituto di tre ore in cui si è discusso - senza costrutto ma fino all'ultimo sangue - se sia o no il caso di consigliare
(non imporre, figurarsi, non fia mai, ma consigliare) alle ragazze di presentarsi alle lezioni abbigliate non come aspiranti ballerine in un locale di lap dance di terz'ordine, ma come studentesse aspiranti a un sia pur declassato diploma in un fatiscente edificio. Alle auliche difese di tanga, ombelico e solco intergluteo da parte di tanti miei colleghi - equamente suddivisi, va detto, tra maschi e femmine - del tipo <<diritto alla creatività>>, <<consapevolezza del proprio corpo>>, <<gioia della sessualità>>, unite agli alti lai per l'<<attentato alla libertà di espressione di chiaro stampo reazionario>>, io e uno sparuto gruppetto di anziane (professionalmente e no) non ce la siamo sentita di opporre argomenti terra terra come <<Chi mi sa dire in quale posto di lavoro prenderebbero ragazze conciate così?>>. Una collega sapeva la risposta esatta - la tangenziale - e voleva dirla, ma poi su consiglio delle altre ha taciuto per non inasprire ancor più gli animi."

(Michela Franco Celani: "Mai dire ormai", Mursia, Milano, 2010, pgg. 10-11)
(Già pubblicato su altra piattaforma il 2 ottobre 2011)

1 commento:

  1. " ... Alle auliche difese di tanga, ombelico e solco intergluteo da parte di tanti miei colleghi .. " ecco, stavo per pensare: questo son maschi e mai fregato subito aggiungendo "... equamente suddivisi, va detto, tra maschi e femmine ...".
    Io però non avrei esitato - se così fosse stata la realtà - che il posto più consono sarebbe stata la tangenziale. Così non sottoscrivi il detto: "chi tace acconsente"?
    Buona serata

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