giovedì 8 dicembre 2011

Il coraggio di essere adulti

Non è giusto, non è onesto continuare a prendersela con i più giovani, accusarli di inedia, rimproverarli perché incapaci, svogliati, sfiduciati o anche eccessivi, immorali, disincantati.
In qualità di adulti abbiamo grosse responsabilità: abbiamo preteso di restare per sempre giovani, abbiamo rifiutato di crescere diventando amici dei più giovani, strizzando l'occhio e agevolandoli in un percorso di vita che era piuttosto un eterno giro di giostra, un paese dei balocchi in cui ci si divertiva solamente e non si conosceva il dolore, la sofferenza, la fatica di affrontare le difficoltà, la fatica di crescere.
Adesso però ci si rende conto che i più giovani fanno fatica ad affrontare la quotidianità, si annoiano o sembrano incontentabili. Ricorrono ad artifizi per sopportare la fatica di crescere, di vivere.
Forse è arrivato il momento di cambiare rotta. E di seguire i consigli di chi, come Paolo Crepet (vedi: Paolo Crepet: "L'autorità perduta - Il coraggio che i figli ci chiedono", Einaudi, Milano, 2011), invita gli adulti che per anni hanno abdicato al ruolo di educatori, ad avere coraggio: il coraggio di insegnare ai più giovani ad affrontare e superare le difficoltà, le fatiche, le ansie, le tensioni, gli ostacoli che la vita inevitabilmente comporta per renderli forti, desiderosi di affrontare le sfide e vincerle.

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