Io
ripartirei da qui. Dall'affermazione di Don Lorenzo Milani "La scuola è
quel luogo dove si insegnano cose utili, quelle cose che il mondo non insegna,
sennò non va bene." riportata in "Una lezione alla scuola di
Barbiana" (Don Lorenzo Milani: "Una lezione alla scuola di
Barbiana", a cura di Michele Gesualdi, Libreria Editrice Fiorentina,
Firenze, 2004, pg.11).
E'
indubbio che quelle che quarant'anni fa Don Milani riteneva "cose
inutili" attualmente possano essere considerate utilissime, o viceversa.
In
generale, riprendendo la citazione del priore di Barbiana, devono considerarsi
cose utili "quelle cose che il mondo non insegna".
Attualmente
sono tantissime le cose che il mondo non insegna: il rispetto per sè stessi e
per gli altri, la passione, la curiosità vera, l'arte di saper aspettare, la
bellezza, il sacrificio.
A
scuola ci si può (anzi, a mio avviso si deve) dedicare al ballo, alla musica,
al teatro etc., a patto che non lo si faccia seguendo mode e fenomeni culturali
di basso profilo (che potrebbero al limite essere analizzati per la loro
capacità di attrarre le masse).
La
scuola che auspico è quella che dia a tutti la possibilità di crescere, di
scoprire sè stessi e le proprie potenzialità, di formarsi come persona nel
senso più completo del termine, imparando a non farsi schiacciare dalle mode,
dalla massa che tutto omologa e appiattisce.
(Vecchio post, già pubblicato sulla piattaforma Splinder da Critolao il 17 giugno 2008 ma oggi come allora attualissimo)
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