domenica 27 aprile 2014

Colleghe


In principio si guardavano con diffidenza. Apparentemente diverse l'una dall'altra, sembrava non avessero alcunché in comune.
Poi furono assegnate allo stesso consiglio di classe, formato prevalentemente da colleghi maschi. C'erano momenti in cui, durante le riunioni, si respirava un clima da caserma. Battutacce volgari, spesso maschiliste, con cui venivano educati anche gli studenti, tutti rigorosamente appartenenti al "sesso forte".
Ma loro non si facevano certo intimidire, tutt'altro. Cominciarono a scoprirsi così e iniziarono a lavorare insieme, prima sporadicamente poi sempre più sistematicamente. Scoprirono di essere molto più simili di quanto non avessero creduto l'una dell'altra: avevano in comune l'amore per questo meraviglioso mestiere.
"I care" scrivevano entrambe alla lavagna, anche se solo una di loro insegnava inglese.
Entrambe sognavano i loro studenti ("C'è chi insegna [...] sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.").

Fu questo che le avvicinò.
Ma l'amicizia nacque quando insieme affrontarono l'esperienza del dolore, e fu quello che le unì per sempre. Anche perdendosi di vista, sapevano che la sofferenza e l'angoscia provata di fronte alla morte e alla constatazione di un fallimento educativo le avevano unite per sempre.

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