PENSIERI, COMMENTI E IDEE IN LIBERTA' Le sale insegnanti non sono tutte uguali: in alcune, come quella in cui noi della redazione ci siamo incontrati, si parla di tutto, ci si confronta e nascono ottime collaborazioni che rendono piacevole lo stare a scuola. In questo blog vogliamo ricreare virtualmente il clima di quella sala docenti: uno spazio per confrontarsi e far sentire la propria voce, una sorta di redazione o di radio libera simile a quelle degli anni Settanta, quelle libere veramente.
lunedì 28 luglio 2014
Troppo intelligente per la scuola
Utilizzai questa espressione una ventina d'anni fa quando, per la prima volta, mi trovai alle prese con uno studente che non poteva che essere definito così: troppo intelligente per la scuola. Si annoiava profondamente e ogni giorno era sempre più difficile riuscire a tenere viva la sua attenzione. Arrivava alle conclusioni sempre prima degli altri, saltando passaggi che certi esercizi comunque richiedevano e che invece a lui non interessavano e a cui non aveva alcuna intenzione di prestare attenzione.
Nel corso degli anni mi sono altre volte trovata a confrontarmi con studenti così, studenti a cui un vecchio modo di fare scuola tarpava le ali su cui la loro intelligenza volava. Del resto, quanti genitori si sono spesso sentiti dire dai docenti che il figlio "è capace ma non si applica"?
L'istituzione scolastica, a partire dalla rivoluzione industriale, è da sempre stata pensata come luogo di trasmissione del sapere funzionale ad un sistema di conoscenze proprio della classe dominante. In una tale ottica, non c'è spazio per la creatività individuale e lo studente riconosciuto come migliore sarà necessariamente colui che meglio si adatterà a un sistema di conoscenze prestabilito. Altro che sviluppo delle capacità critiche: l'unico senso critico riconosciuto sarà quello già incondizionatamente accettato.
Può succedere così che lo studente troppo intelligente che rifiuta di adattarsi a un sistema di pensiero, si ritrovi bocciato a scuola. Ma questo non significa che sarà bocciato nella vita. In fondo, non è un pezzo di carta a certificare quello che ciascuno di noi realmente sa fare o sa essere. È anche questo uno dei motivi per cui sono favorevole all'abolizione del valore legale del titolo di studio.
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