mercoledì 30 gennaio 2013

Moderazione

Si può far tutto. Con moderazione. Altro che il "Vado al massimo" di trent'anni fa!
La frequentazione della rete, ma anche la vita quotidiana mi hanno insegnato che non si vive solo di utopie, belle idee liberali o libertarie, disponibilità e apertura a tutti. Purtroppo occorre guardarsi alle spalle. E non solo.
Così, nella fattispecie, per quanto mi dispiaccia, i commenti a questo blog saranno moderati.
Detesto la censura, ma ci sono momenti in cui, quando si è in presenza di chi vuole approfittare della disponibilità altrui, occorre utilizzarla.
Purtroppo è così. E ogni volta quasi mi sorprende doverne prendere atto.

1 commento:

  1. Cara Angela, hai toccato il punto dolente. La moderazione è parola pericolosissima e usata ambiguamente, tirata come si conviene e quando si conviene, come l'immagine degli eroi, bistrattati in vita perché non moderati, e osannati in morte perché utilizzabili a brandelli. Ecco, la moderazione negli ultimi anni mi ha distrutto: non volevo e non voglio vivere emozioni e passioni moderate, e ciò ha causato una frattura insormontabile col mondo delle donne, a parole sempre pronte ad accogliere il principe azzurro e passionale, e nei fatti preoccupatissime di non infrangere limiti oscuri, familiari, religiosi, personali, ma soprattutto stupidi, e ogni volta intente ad essere moderate, usando quella formula che tanto odio "Non bisogna aspettarsi troppo dalla vita perché ti delude" Io ho preferito che prima arrivasse la delusione e poi potessi urlare la mia rabbia. Le donne che ho conosciuto, moderatamente, hanno messo le mani avanti, urlando la rabbia prima che i fatti la giustificassero, e accontentandosi di urlarla sottovoce sono rimaste ferme. Forse ho perso le mie scommesse, ma ho giocato, non ho solo immaginato di giocare.
    In politica poi ha distrutto ciò in cui continuo a credere, ma che ho visto lontano sempre più, la POLITICA. La moderazione è diventata il velo di maya della ferocia del potere economico, ancora una volta. Oggi è diventato per questo riformista chi vuole conservare le cose cambiandone la forma, come il principe di Salina accusava.
    La moderazione è il verbo politico e civile di questi anni: il riformismo deve essere moderato, il giudizio politico sui criminali delle essere moderato, e così moderazione è diventata sinonimo di giustizia. Ma giustizia e moderazione sono due cose totalmente diverse. Dare il giusto è spesso esattamente il contrario che dare il moderato.
    E per il resto questa bella parola moderazione viene lasciata da parte, perché si dia la valvola di sfogo necessaria alla nostra ferinità, quando i rapporti di forza, come insegnava Tucidide nel dialogo Meli-Ateniesi, non sono pari e la giustizia cede la parola alla forza. E allora non c'è moderazione, né pacatezza, né comprensione quando si parla di immigrati, di poveri, di disgraziati e si istiga ai linciaggi, proprio magari mentre si ascolta una canzone di De André. Ecco Facebook è il mondo in cui è possibile essere fascisti e mettere Che Guevara tra i propri simboli, mentre si giustificano le guerre di aggressione americane, o in cui emozionarsi (in maniera non profonda ma moderata) per le canzoni di De André e poi si vorrebbero gli zingari dileguarsi, senza case ma anche senza campi nomadi; è il mondo della moderazione in cui in confini sono mobili, liquidi. Io le mie passioni le voglio estreme, magari per moderare dopo i fatti che ne conseguono nel confronto reale e vero con gli altri. Invece qui si fa il contrario: si provano passioni moderate e mobili, alla ricerca di gesti estremi ma vuoti. Questo mondo non mi appartiene più, mi ferisce, in modo estremo, per la sua distanza. E io mi sento raro, ma non posso dirlo, perché dirlo è un fatto estremo e in mezzo a tanti fatti estremi o si perde o viene preso per una follia abbastanza comune. La moderazione come vedi ha reso liquido anche il valore delle parole, e le parole estreme come ribellione, follia, pazzia, amore, vita, entusiasmo, rabbia, odio, sono diventate così liquide da non essere più terribili ed estreme. Invece è il mio sentire che mi rende raro, e solo, e quindi probabilmente davvero folle. Ciao

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