martedì 28 giugno 2016

Sull'utilità dell'Esame di Stato

Tutto può essere considerato inutile o utile, a seconda del punto di vista e dell'importanza che si attribuisce a un evento. L'Esame di Stato costituisce per le giovani generazioni un momento di passaggio, una sorta di rito di iniziazione che conduce a una fase successiva. Un tempo esistevano gli esami di seconda e di quinta elementare, attualmente il primo esame scolastico che un giovanissimo affronta è l'esame di terza media e, successivamente, se si è in regola con il percorso scolastico, tre anni dopo, l'esame di qualifica per i corsi I.eF.P. (Istruzione e Formazione Professionale), cinque anni dopo l'Esame di Stato. Molti studenti arrivano all'esame impauriti e timorosi, ragazzi di 13 anni o, peggio ancora, di 18/19 anni, grandi e grossi, piangenti come agnellini portati al macello: temono di non essere in grado di reggere l'ansia e la tensione che quel significativo momento porterà inevitabilmente con sé, A mio avviso accade perché non sono stati abituati a gestire i momenti di ansia fin da bambini, come accadeva alle persone della mia generazione. Ricordo perfettamente il mio esame di seconda elementare, ma ricordo anche che, superatolo, gli altri esami che nel corso del tempo ho dovuto affrontare, non mi hanno mai preoccupato in maniera eccessiva. La vita si impara vivendo e gli adulti dovrebbero favorire le esperienze dei più giovani, fin da piccoli. Pensare di proteggerli all'infinito è un'assurdità che determinerà poi paure e incapacità di assumersi le proprie responsabilità nel corso degli anni.


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