Qualche anno fa Calliope15, collaboratrice del blog e mia alunna, scrisse questo post che esprimeva con delicatezza ed intensità il dolore per la perdita di una persona cara.
"La tazza rotta
Stamattina stavo parlando con le
mie compagne dei regali natalizi degli anni precedenti e mi è tornato in mente
un regalo che mi aveva fatto la mia miglior amica un paio d’anni fa. Era una
tazzina stupenda a forma di gatto di color nero a righe bianche.
Chi avrebbe potuto dirmi in quel
momento che, qualche anno dopo, il solo pensiero di quella tazzina mi avrebbe
fatto soffrire!
Era una mattina d’inverno come
tante, mi stavo preparando per andare a scuola, dovevo fare la colazione. Ho preso
la mia tazza, proprio quella a forma di gatto. Era sporca. Sul fondo era
rimasto dello zucchero sciolto. Sapevo che l’unica persona che aveva potuto
usarla era mio nonno. Ne ero più che sicura, perché il the puro è l’unico che
bevo, ma più che altro perché in casa abitavamo in due, io e lui, da quando
avevo otto anni.
Gli ho chiesto: “Hai bevuto dalla
mia tazza?” e lui mi ha risposto di no. Sapevo benissimo che mi stava mentendo.
Mi sono infuriata alla grande, fin a tal punto che mi sono venuti i brividi di
rabbia e di disperazione e non ho potuto fare a meno che sbattere la tazza
contro il pavimento. Si è rotta frantumandosi in una quantità infinita di
pezzettini. Sono andata a scuola senza aver preso il mio the. Tutto il giorno
ho continuato a meditare su quanto era accaduto e l’unica cosa che mi
rincresceva era la tazza rotta.
Da un anno e mezzo abito con la
mamma. È passato poco più di un mese da quando è morto mio nonno. In questo
periodo ho pensato a lui ogni giorno, sentendo la sua mancanza, ripassando con
la memoria i momenti belli che abbiamo vissuto insieme.
Ho rotto la tazza e per un giorno
intero non sono riuscita a trovare pace, ma quanto tempo ci vuole per trovar
pace dopo la perdita della persona più cara del mondo?"
(Già pubblicato sulla piattaforma Splinder da Calliope15 il 22 dicembre 2009)