venerdì 20 gennaio 2012

"Perle ai porci"...

...sento esclamare, ogni tanto, da qualche collega furibondo mentre, uscendo dalla classe, si lamenta di dover gestire adolescenti riottosi a ogni regola, maleducati o ineducati che sembrano venire a scuola solo per il gusto di umiliare, sbeffeggiare, insultare gli insegnanti, non solo i più giovani ma anche quelli incanutiti e con esperienza pluridecennale.
Il problema è particolarmente diffuso nelle prime classi degli istituti professionali o degli istituti di istruzione e formazione professionale.
Pensare di risolvere il problema intervenendo con punizioni quali note sul registro e sospensioni dalle lezioni è, a mio avviso, pressoché inutile. Rimproverarli alzando la voce è deleterio. Spesso, dietro questi studenti, ci sono storie di disagio esistenziale, non necessariamente dovute all'estrazione sociale: il male di vivere, la ricerca di un senso da dare alla propria esistenza può colpire tutti, qualunque età si abbia, a qualunque classe sociale si appartenga.
Probabilmente l'ironia, il sorriso, la disponibilità all'ascolto, il non raccogliere le provocazioni (tali, sono infatti atteggiamenti simili) può essere molto più incisivo e produttivo.
Certo, può capitare a tutti di sbraitare e infuriarsi, approcciarsi a questi studenti con malanimo e fastidio. Ma il clima di classe lo crea l'insegnante e gli studenti sentono, a pelle, qual è lo stato d'animo con cui un docente si propone loro.
 Il primo a fidarsi deve essere l'insegnante, non gli alunni. Il primo ad ascoltare, ad essere disponibile, a voler pensare che in ognuna delle persone che ha di fronte ci sono capacità e sensibilità che a volte fanno fatica a esprimersi.

2 commenti:

  1. J'aime beaucoup ce que vous avez écrit, et je partage sans réserve cette opinion.

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  2. "...il clima di classe lo crea l'insegnante e gli studenti sentono, a pelle, qual è lo stato d'animo con cui un docente si propone loro..."
    Sì! E parte silenzioso l'applauso dei loro sorrisi, e poi tutto è facile, tutto vien da solo! Non può esserci rispetto senza rispetto, né ascolto senza ascolto. Alla Nunziatella come a Scampia.
    Silvia - Napoli

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