giovedì 19 gennaio 2012

l'interrogazione

Io detesto le interrogazioni. Mi riferisco all'interrogazione classica, quella in cui lo studente, chiamato alla cattedra o, al limite, lasciato al suo banco, risponde a una serie di domande dimostrando così di aver appreso. Questo non significa che io non interroghi: a volte gli studenti (e, lo sottolineo, i loro genitori) sono più tradizionalisti degli insegnanti e vogliono l'interrogazione. Quella, appunto, classica.
La verifica della acquisizione dei contenuti e delle competenze può essere tuttavia effettuata anche attraverso altre modalità: l'organizzazione dell'attività di studio, individuale o di gruppo, la partecipazione alla discussione su argomenti di studio con contributi pertinenti, l'analisi e l'esposizione di una determinata problematica.
In questo modo è possibile riuscire ad individuare la modalità attraverso cui lo studente può esprimere le proprie potenzialità dimostrando ciò che ha imparato.
E' questa una modalità di verifica dell'apprendimento che richiede tempo, a volte molto tempo.
Ma a scuola, a mio avviso, il tempo così speso non è mai perso.

(Già pubblicato su altra piattaforma il 27 novembre 2009)

1 commento:

  1. évidemment !! mais cette attitude signifie de se remettre en question, et peu d'enseignants sont capables de le faire.....

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